MITKO SABATINO CON "L'estate muore giovane" VINCE L'EDIZIONE 2018 DEL PLM
EDIZIONE 2018
LE OPERE IN GARA
LA CINQUINA FINALISTA
"Inox" di Eugenio Raspi. Baldini + Castoldi
Con voce duttile e originalissima, Raspi sta dentro i fatti con rigore e semplicità, restituendo emozioni e senso del reale, testimone vigoroso dei tempi nostri.
Terni. Stabilimento della Acciai Speciali. Un incidente ai forni, con involontari protagonisti il caposquadra e un addetto alle movimentazioni. Sotto accusa Sergio Asciutti, operaio di linea, fratello dell’amministratore delegato, e Giulio, manovratore della gru. Il primo rimane al suo posto in sala controllo, mentre il secondo, dopo essere stato retrocesso a un compito marginale, medita vendetta, cercando di truffare l’azienda per compensare il torto subìto. Nondimeno la dirigenza si appresta a cedere il controllo dello stabilimento e ognuno, nella squadra di lavoro capitanata da Sergio, reagisce secondo indole e necessità familiari, nella fosca prospettiva di restare senza lavoro. Il disimpegno della proprietà tedesca, a vantaggio di una società russa apparsa all’orizzonte senza dare grandi garanzie economiche, è il preludio a polemiche, scioperi e scontri. La compattezza dei sindacati, per altro, si sfilaccia, compromessa dal coinvolgimento del padre dei fratelli Asciutti, finito nel mezzo degli scontri tra operai e poliziotti durante una manifestazione. Il rapporto tra i due fratelli, già minato dalla diversa posizione all’interno della struttura aziendale, si spezza. Eugenio Raspi scrive con Inox una delle opere più significative della nostra «letteratura industriale», quella che va da Memoriale di Paolo Volponi a La fabbrica del panico di Stefano Valenti. Con voce duttile e originalissima, Raspi sta dentro i fatti con rigore e semplicità, restituendo emozioni e senso del reale, testimone vigoroso dei tempi nostri.
"L'isola che brucia" di Emma Piazza. Rizzoli
Nessuno può scappare dalle proprie origini, anche quando a minacciarti sono le stesse persone che dovrebbero proteggerti...
"Questa è la Corsica, la macchia è piena di cadaveri e dei loro segreti"
Il sole sorge dal mare e diffonde i colori dell'alba, Teresa è immobile davanti a una ripida scogliera e ripensa alle ombre della notte appena passata. Non sarebbe mai dovuta tornare in Corsica, la terra di suo padre. Ma la promessa di ereditare una casa e il miraggio di una vita più stabile per il bambino che porta in grembo l'hanno spinta fin qui, a ripercorrere i passi dell'infanzia. Ben presto, però, un vortice di misteri, violenza e vendetta la travolge senza lasciarle scampo e Teresa diventa prigioniera dell'isola. Riuscirà a salvare la propria vita e quella di suo figlio? Nessuno può scappare dalle proprie origini, anche quando a minacciarti sono le stesse persone che dovrebbero proteggerti...
"Morire il 25 aprile" di Federico Bertoni. Frassinelli
Chi era davvero Giulio Romanini? Eroe o bandito? Combattente per la libertà o violento rancoroso e vendicativo?
«In che rapporto stanno il passato e l'avvenire? A prima vista, questo romanzo sembra rispondere che chi non ha memoria, non ha futuro. Il protagonista indaga su un episodio della Resistenza che coinvolge la sua famiglia e una mico appena defunto, molto più anziano di lui. Nel frattempo, mentre ricerca quell'antica verità, s'interroga sui tempio che gli si chiudono dinanzi, i primi anni Zero del nuovo millennio. Lo smarrimento della memoria sembra andare di pari passo con l'incapacità di comprendere il da farsi. Mettere ordine nella vita di un altro, un padre putativo, sembra il requisito per orientarsi nella propria. In realtà, via via che procede, la vicenda rovescia l'assunto iniziale, ed è chiarendosi cosa chiedere al domani, che il protagonista ottiene una risposta dal passato. Trovando il modo di tenere insieme, in un gesto simbolico e grottesco, entrambe le dimensioni del tempo. In quel momento, giunti all'ultima pagina, ci accorgiamo che ormai tutti gli episodi narrati sono alle nostre spalle, e che si pone anche per noi lettori il problema di metterli in prospettiva, guardando in avanti. Chi non ha futuro, non ha memoria.»Wu Ming 2
Forse era l'una e l'altra cosa, perché la vita ci viene raccontata o bianca o nera, ma in realtà non lo è mai. Ed è forse per i tanti, troppi silenzi; per le tante, troppe colpe non espiate; per le tante, troppe ipocrisie, che poi le cose, nell'Italia del dopoguerra, non sono andate come si credeva, come si voleva, come sarebbe stato giusto. E così ricostruire la vita di Romanini, affrontare i nodi irrisolti, fronteggiare i fantasmi diventa per il narratore un modo per capire il presente alla luce del passato, e per capire se stesso attraverso le contraddizioni di un "eroe" della Resistenza.
"Eravamo tutti vivi" di Claudia Grenden. Marsilio
Con molta sapienza narrativa e una lingua agile e precisa Claudia Grendene, qui all’esordio, ci restituisce il ritratto di una generazione quasi invisibile, passata dai sogni di rivoluzione all’incertezza, dagli studi universitari al precariato, dai desideri di libertà alla frustrazione. Un romanzo doloroso e vero, abitato da persone nelle quali ci riconosciamo.
«Chiara non aveva risposto a quell’email e adesso Max era morto. E le domande arrivavano a turbarla ora con la stessa velocità con cui all’epoca le aveva lasciate sfuggire»
Gli amori e le morti, i figli e le fughe, i divorzi e i tradimenti. Eravamo tutti vivi racconta la vita di sette amici tra il 1993 e il 2013, nei vent’anni in cui in Italia e nel mondo tutto cambia: i movimenti di massa diventano effimeri, la globalizzazione tocca e ferisce, il neoliberismo mostra il suo volto disumano. Sullo sfondo di una città, Padova, che si trasforma attraverso le vicende dei centri sociali, i cambiamenti politici e gli scontri sugli immigrati di via Anelli, le esistenze dei personaggi scorrono, si incrociano, si allontanano. Quando si ritroveranno al funerale di Max saranno costretti a guardarsi indietro, e a domandarsi: «Che cosa abbiamo fatto delle nostre vite? Delle nostre speranze? Dei nostri desideri?» Con molta sapienza narrativa e una lingua agile e precisa Claudia Grendene, qui all’esordio, ci restituisce il ritratto di una generazione quasi invisibile, passata dai sogni di rivoluzione all’incertezza, dagli studi universitari al precariato, dai desideri di libertà alla frustrazione. Un romanzo doloroso e vero, abitato da persone nelle quali ci riconosciamo.
"L'estate muore giovane" di Mirko Sabatini. Nottetempo
In un crescendo febbrile, il romanzo ci conduce in un viaggio dentro alla provincia, con i suoi orrori annidati nelle pieghe di un’apparente stabilità, inarrestabili come la fine della giovinezza che attende i protagonisti.
«I piccoli protagonisti di L'estate muore giovane sono gli interpreti di un lungo ricordo, diviso in 28 capitoli, che ripercorre l'esplosione della loro infanzia direttamente nell'età adulta, senza età di mezzo». - Alessandro Beretta, La Lettura
«Ciò che Sabatino riesce a mettere insieme con questa trama è un libro affilato e profondo sulla spaventosa bellezza di quell'età misteriosa che si situa tra l'infanzia e l'adolescenza.» - Il Mattino
Estate del 1963. I Beatles hanno da poco registrato il loro primo disco, Martin Luther King annuncia il suo sogno all’America e in un paesino del Gargano tre ragazzini, Primo, Damiano e Mimmo, trascorrono le lunghe e afose giornate tra la piazza, i vicoli e il loro rifugio segreto sulla scogliera. Amici per la pelle come si può essere solo a dodici anni, condividono tempo e segreti. Un giorno, un gruppo di teppistelli si accanisce su Mimmo e i ragazzini decidono di suggellare un patto di alleanza: quando uno di loro o della loro famiglia sarà vittima di un sopruso, i tre risponderanno con una vendetta proporzionale all’affronto. Ma gli eventi di quell’estate sonnolenta sterzeranno verso traiettorie brutali e inaspettate, e il patto verrà rispettato in modo sempre piú drammatico e disperato.